Volevo un gatto nero

Quando io e Andrea abbiamo deciso di far entrare un gatto nella nostra vita non avevamo ben chiaro dove cercarlo ma sapevamo che volevamo un gatto europeo maschio tutto completamente nero.
La passione per i gatti neri ci accompagna da sempre, ogni volta che per strada ne incontravamo uno rimanevamo incantati a guardarlo e lo facciamo ancora, sono elegantissimi, misteriosi e hanno qualcosa di magico che li distingue in qualche modo da tutti gli altri gatti, quello che mi dispiace profondamente è sapere che ci sono ancora persone che credono che il gatto nero porti sfortuna, purtroppo è una convinzione ancora molto radicata e anche per questo motivo volevamo un gatto nero, perché eravamo convinti di poter far vedere quanto siano meravigliosi questi gatti includendone uno nella nostra vita che poi sarebbe diventato il testimonial ufficiale di Design4Pet. 
Noi amiamo profondamente i gatti, il loro comportamento e il loro modo di relazionarsi  con l'uomo, il legame che si instaura con un gatto è intenso e speciale. 
Non è assolutamente vero che tutti i gatti sono uguali, ogni razza ha le sue caratteristiche comportamentali e soprattutto caratteriali ben distinte, dopo aver studiato approfonditamente le varie razze ero sempre più convinta di adottare un gatto nero perché il gatto nero è il concentrato di tutto quello che cercavo in un gatto, agile, socievole, dolce, coccolone, sicuro di sé, dinamico, abile cacciatore, amante dell'avventura, versatile, estremamente intelligente e super compagnone.
Così mi sono messa alla ricerca di un cucciolo di due mesi di gatto nero, il primo passo è stato andare in un negozio di animali per avere informazioni su colonie, gattili e magari annunci di cucciolate, infatti dopo una chiacchierata di pochi minuti con un negoziante ero tornata a casa con un sacco di numeri da contattare.
Ho iniziato dai gattili, ma le prime telefonate riuscirono a spegnermi subito una buona parte di entusiasmo, prima chiamata: un gattile che in quel periodo non aveva gatti neri e che mi trattó male perché non ero intenzionata ad adottare comunque un cucciolo di un altro colore. 
Seconda chiamata: gattile, una tipa mi dice che per adottare avrei dovuto acconsentire ad avere un'ispezione di una volontaria che mi avrebbe posizionato dentro casa gli accessori per il gatto, il problema principale era che la volontaria in questione non aveva una pallida idea di come dovrebbe vivere un gatto in un appartamento, non conosceva neanche le distanze minime di vicinanza delle ciotole e per di più avrei dovuto permettere alle volontarie del gattile di fare delle visite a sorpresa per controllare il gatto nel corso della sua vita altrimenti mi avrebbero portato via il gatto che non sarebbe stato ceduto ma dato solo in affido, era semplicemente un discorso impensabile per me, il mio gatto doveva essere mio, tutto mio, per sempre, senza microchip intestato non c'era neanche da parlarne per me. 
Una responsabile di una colonia felina mi disse che lei i gatti li dava in adozione solo in coppia per non farli soffrire di solitudine anche se le spiegai che il micio con il lavoro che faccio non sarebbe stato solo e che i gatti non sono animali sociali come i cani che amano la vita in branco, i gatti sono animali estremamente territoriali e un appartamento è un territorio troppo piccolo per contendere per due felini e per lo standard di vita che io avevo in mente per il mio gatto. 
Poi contattai un'altra responsabile di colonia felina che mi disse subito che lei faceva contratti di affido e che in qualsiasi momento avrebbe potuto riprendersi il gatto perché il microchip rimaneva intestato alla sua associazione, li iniziai a capire come funziona la questione dell'affido e del giro di soldi che c'è dietro, ma per me è inconcepibile che il mio gatto non sia intestato a me quindi anche in questo caso il discorso si chiuse subito. 
L'ultima associazione che contattai oltre al discorso dell'affido voleva che firmassi un contratto nel quale mi impegnavo a far sterilizzare il gatto prima di aver compiuto quattro mesi, non ebbi una reazione molto diplomatica, quando si parla di salute non vado molto per il sottile, non avrei mai potuto permettere una cosa del genere, non si può sterilizzare un gatto così piccolo. 
Dopo essermi scontrata con un mondo che palesemente fa delle adozioni un business, visto che in un modo o in un altro tutti mi avevano chiesto dei soldi, e dopo aver visto tanti poveri gattini gestiti da persone che sicuramente sono mosse anche da amore per queste povere creaturine indifese ma con pochissima se non in alcuni casi nulla conoscenza di base sui felini e sulle loro esigenze sono stata costretta a cambiare strada, volevo salvare un micio ma ho dovuto cercarlo tra le inserzioni di privati che avevano cuccioli e così grazie al passaparola ho avuto il numero di una ragazza che aveva in casa due gatte che avevano partorito 13 cuccioli di cui 5 neri che nessuno voleva, mentre i rossi e i grigi erano già tutti sistemati, presi appuntamento, i mici avevano 30 giorni, erano dei microscopici topini neri come il carbone, avavano una vocina dolcissima e tra tutti uno con gli occhi grandi il doppio degli altri stava accucciato in silenzio, chiesi se potevo prenderlo, lo avvicinai delicatamente al mio viso, lui mi guardava e con il nasino fece cenno di avvicinarsi al mio naso, fu una folgorazione, ci siamo guardati per qualche interminabile istante e in quello sguardo ci siamo legati indissolubilmente, lui era il mio gatto, lui era Piccettino.
La ragazza non voleva soldi, voleva solo che i gatti andassero a vivere a casa di persone che li avrebbero amati per tutta la loro vita, scelto il micio, rimanemmo d'accordo che dopo un mese sarei andata a prendere Piccettino, purtroppo però mi chiamò disperata prima del tempo, i mici in pochi giorni erano cresciuti e giravano per casa, lei tra lavoro, figli piccoli e gattini, non riusciva a stare dietro a tutto così chiese la cortesia a tutti i nuovi proprietari dei gatti scelti di andarli a prendere prima dei due mesi, non ero molto felice della cosa, sapevo quanto fosse importante per le relazioni e per il carattere del gatto stare con la mamma almeno 60 giorni, ma sapevo anche quanto fosse delicata la situazione, un gatto cucciolo gestito male da un essere umano può sviluppare tutta una serie di paure e problemi comportamentali quasi impossibili da risolvere poi in seconda battuta, così rischiai e a 49 giorni portai a casa Piccettino.
Era un meraviglioso piumino nero di 160 grammi, mi stava tutto nel palmo di una mano, e il 3 giugno del 2014 alle 20 iniziò ufficialmente la nostra vita insieme.

                                              Anna Lorenza Berghella, Pet Designer