Come Piccettino è diventato un adventure cat

Design4Pet_adventure-cat


Sono dell'idea che la qualità della vita di qualsiasi animale domestico dipenda essenzialmente dal suo compagno umano.
Parlando con proprietari di cani e gatti spesso mi raccontano che i loro animali sono pigri, soprattutto i gatti passano intere giornate a dormire.
Si, certo, il gatto è un animale che sonnecchia molto ma allo stesso tempo è anche un animale molto vitale e dinamico, con un'energia quotidiana che deve necessariamente scaricare, in vari modi.
Avere un animale apatico che trascorre intere giornate nell'ozio non significa che quell'animale sia pigro, molto probabilmente il suo proprietario non interagisce in maniera corretta con lui proponendogli giochi e attività stimolanti da fare insieme.
Ovviamente bisogna imparare a conoscere il proprio Pet e capire quali sono le attività a lui gradite e quelle sgradite, concentriamoci quindi sulle attività che lo coinvolgono mentre quelle sgradite non si dovranno più proporre.
E' con questa filosofia di pensiero che ho sperimentato il guinzaglio con Piccettino.
Piccettino aveva 49 giorni quando lo portai a casa, il nostro rapporto fu da subito molto intenso, avevo modificato completamente tutta la mia casa rendendola sicura e a misura di gatto quindi lui fin dal primo giorno è stato libero di muoversi, di scoprire il territorio e di avventurarsi in qualsiasi angolo senza pericolo.
Un piccolo micio con un coraggio da leone, tra giochi e agguati, crescendo in un ambiente nel quale non aveva nulla da temere, libero di muoversi a suo piacimento.
Il suo carattere curioso e avventuroso mi ha spinto a provare il guinzaglio, per avere modo di ampliare i suoi stimoli facendolo uscire di casa in sicurezza.
Ho iniziato cercando di fargli accettare il collarino, lui aveva quattro mesi, ho scelto un collarino in nylon leggerissimo e dopo la cardatina mattutina, con molta delicatezza, gli ho messo il collarino, Piccettino non ha avuto reazioni negative e ha accettato di buon grado di indossarlo.
Il collarino non l'ho mai lasciato indossato dentro casa, per abituarlo glielo mettevo, giocavo con lui e poi a fine gioco lo toglievo, dopo due settimane così sono passata alla pettorina, ci sono vai tipi di pettorine e di guinzagli per gatti ma questo è un lungo discorso e ne parlerò in un altro articolo.
Con la pettorina ho agito allo stesso modo, dopo averlo cardato una mattina gli ho infilato il collare e poi, dopo avergliela fatta annusare, la pettorina.
All'inizio tentò di liberarsi da quello strano aggeggio che aveva addosso, in quel momento iniziai a giocare con lui con la sua esca preferita ed in pochi secondi Piccettino saltava e correva senza più pensare alla pettorina.
Ho poi continuato così tutti i giorni, per due settimane, gli infilavo la pettorina e poi giocavamo, l'associazione collare e pettorina a qualcosa di bello e divertente è la strada migliore.
Ci vuole tempo, ogni gatto ha tempi diversi, in cinofilia per fissare un esercizio nella mente di un cane ci vogliono più o meno una ventina di giorni, con i gatti  tempi certi non esistono perché ogni gatto è un caso a sé, ma pazienza e costanza premiano sempre.
Una volta abituato Piccettino al collare e alla pettorina, ho introdotto la medaglietta in alluminio (mai portare fuori un gatto senza medaglietta!), per i gatti consiglio sempre e solo quella in alluminio perché è leggerissima rispetto a quella in acciaio, i gatti hanno bisogno di sentirsi liberi ed il meno costretti possibile per questo è importate scegliere collare, medaglietta, pettorina e guinzaglio leggeri il più possibile.
Come ultimo elemento ho introdotto lo zainetto, scelto tra i vari modelli di zainetti per gatti che si trovano in commercio.
Appena arrivato a casa l'ho aperto e posizionato in un angolino della sala, per terra, in poche ore la curiosità di Piccettino lo aveva portato ad ispezionarlo, annusarlo e saltarci dentro.
Per qualche giorno l'ho lasciato dov'era, a sua disposizione, lo abbiamo anche utilizzato per giocare, io lanciavo al suo interno un topino di pezza e Piccettino ci si tuffava dentro per riprenderlo.
Quando anche lo zainetto è entrato nella sua quotidianità ho provato a portarlo fuori, consapevole del fatto che se avesse avuto paura e lo avessi visto a disagio sarei rientrata subito a casa.
La prima uscita l'ho fatta una mattina di un giorno lavorativo, in campagna, attorno a noi non c'erano macchine, non c'erano persone e non c'erano cani, mi sono seduta sull'erba in un angolino ombreggiato e protetto, ho appoggiato lo zainetto per terra tra le gambe e l'ho aperto.
Piccettino era sereno, si guardava attorno e annusava l'aria, non era spaventato, era curioso ma cauto, dopo un oretta di coccole (non sono mai stata passiva, ho sempre parlato e interagito con lui) è uscito dallo zainetto, ha annusato l'erba e fatto qualche passo attorno a me, si guardava intorno tranquillo e dopo pochi minuti è rientrato nello zainetto, io l'ho chiuso e l'ho riportato a casa.
Arrivati a casa è crollato e ha dormito per diverse ore.
Era piccolo e quell'oretta fuori, un tempo piccolo per noi, per lui è stato un tempo vissuto molto intensamente che ha richiesto l'attenzione di tutti i suoi sensi, quindi è importante tenere presente che tutti i gatti, soprattutto i cuccioli, vanno portati fuori per pochi minuti per abituarli, gradualmente si arriverà ad allungare sempre di più il tempo dell'uscita.
E questa è la storia di come Piccettino diventò un adventure cat.


                                                                Anna Lorenza Berghella, Pet Designer