Il primo giorno insieme



Quando ho trovato Zero era nato da pochi giorni, così ho avuto due mesi di tempo per preparare casa al suo arrivo.
Solitamente quando si introduce un nuovo animale dentro una casa in cui ne abita già uno ci sono tutta una serie di accorgimenti da prendere a seconda del tipo di animali presenti e da introdurre, tra tutte le casistiche la mia era senza dubbio la più complicata, introdurre un cucciolo di Dobermann in un appartamento di proprietà di un gatto adulto possessivo e territoriale, entrambi maschi.
In molti mi hanno sconsigliato vivamente di farlo ma io sapevo perfettamente quello che stavo facendo, conoscevo molto bene il carattere del Dobermann e di Piccettino, ho progettato e preparato la mia casa in loro funzione e il giorno dell'incontro è andata ancora meglio di quello che avevo previsto.
Ho portato a casa Zero che aveva 62 giorni, pesava come Piccettino ed erano più o meno grandi uguali.
Appena arrivato a casa Zero l'ho lasciato libero di annusare il territorio a sua disposizione, che rispetto a tutto l'appartamento era limitato a sala e cucina per tre motivi:
1 i cuccioli per quanto si portino fuori a fare bisognini in continuazione riescono sempre a fare qualcosa in casa
2 l'introduzione di un qualsiasi animale nel territorio di un gatto deve essere molto graduale
3 la mia camera da letto ha i gradini e fino a 6 mesi ho preferito non far fare scale a Zero.

Arrivati a casa io e Andrea ci siamo divisi, io ero seduta per terra con Zero che molto curioso saltellava e annusava casa e Andrea stava in piedi con Piccettino che lo osservava dall'alto, per qualche minuto siamo andati avanti così fino a quando Piccettino non ha deciso di scendere a livello pavimento. 
Lui nella sua vita non aveva mai prima di quel momento interagito con un cane, mentre Zero abituato a giocare con fratelli e sorelle era super socievole e appena ha visto Piccettino a terra è corso verso di lui con tanta voglia di giocarci, se pur uno scricciolo di Dobermann era già perfetto nella gestualità della comunicazione, arrivato davanti a Piccettino ha iniziato a saltargli intorno facendo una serie di inviti al gioco, scodinzolava e abbaiava festosissimo, insomma ha fatto di tutto per trasmettere la sua felicità di conoscerlo e la voglia di giocarci, Piccettino in risposta muoveva la coda molto velocemente da gatto scocciato e alternava soffi e ringhiate, Zero era decisamente troppo invasivo e dinamico per lui in quel momento, così ho recuperato Zero e l'ho portato a familiarizzare con la sua nuova cuccia che ha immediatamente apprezzato e nella quale è caduto catatonico in pochi secondi, io sono rimasta per terra accanto a lui e dopo qualche minuto è arrivato Piccettino che approfittando del suo sonno pesantissimo lo ha annusato e osservato per tutto il tempo. 
Nei giorni successivi appena Zero si addormentava Piccettino lo andava ad annusare e si metteva poco distante da lui per osservarlo e quando Zero era sveglio lo osservava dall'alto. 
Per comprendere i reciproci linguaggi, suoni, movimenti della coda, postura del corpo e espressioni facciali ci hanno messo sei mesi, le difficoltà maggiori sono stati i movimenti delle code, la diversità di orecchie e i vocalizzi di entrambi, ma hanno avuto tutto il tempo e la calma necessaria per comprendersi. 
Non li ho mai messi in condizioni di competere per le risorse, erano entrambi più che tranquilli, la prima cosa che hanno capito era appunto che ognuno aveva spazi e risorse differenti e che quindi nessuno dei due era una minaccia per l'altro. 
L'interazione tra loro si è rafforzata piano piano nel tempo, dall'abituarsi alla presenza l'uno dell'altro all'iniziare a giocare insieme, Piccettino una volta imparato a comprendere e farsi comprendere da Zero, non ha mai avuto problemi con le dimensioni mutevoli di Zero che cresceva e quindi cambiava molto rapidamente. 
Ora sono inseparabili, giocano e si divertono tantissimo insieme, nessuno dei due ha mai fatto male all'altro, quando fanno la lotta Zero usa in maniera molto delicata i suoi zamponi e Piccettino non ha mai tirato fuori le unghie, anche la simulazione dei morsi è delicatissima, Zero si appoggia con il naso nella pancia di Piccettino e lui lo abbraccia e lo prende con i denti senza mai stringere, Piccettino ha coniato dei versi apposta per comunicare con Zero, ha una serie di vocalizzi che usa per chiamarlo quando vuole giocare e Zero ha imparato a non abbaiare, quando gioca con Piccettino non usa la voce perché sa che l'abbaio infastidisce Piccettino. 
La convivenza tra uomo e animali di razze e specie diverse è una delle esperienze più belle che si possa fare, ma la sua riuscita dipende unicamente dalla corretta disposizione del territorio.
                                                                                                                                                            Anna Lorenza Berghella, Pet Desiger