Piccettino e il controllo del morso


Piccettino purtroppo ha avuto la sfortuna di non poter passare due mesi interi con la mamma, ma solamente 49 giorni, anche se può sembrare una differenza da poco i primi due mesi sono importantissimi per la formazione del carattere del gatto che deve apprendere dalla mamma tutte le nozioni fondamentali.
La proprietaria della mamma di Piccettino era in una situazione molto delicata, aveva dentro casa due gatte che avevano partorito a distanza di pochissimi giorni ed in tutto doveva occuparsi di tredici cuccioli, del lavoro, della famiglia e di un bimbo piccolo.
Mi aveva fatto chiaramente capire che anche se avessi aspettato a prenderlo non lo avrebbe tenuto con la madre ma in una stanza separata insieme agli altri cuccioli, a quel punto tra portarlo subito a casa e lasciarlo in un ambiente privo di adulti regolatori non avrebbe fatto alcuna differenza, così in una sera di giugno andai a prendere Piccettino, lo trovai accucciato su un pouff di stoffa assieme a tutti i gattini neri maschi di entrambe le cucciolate che dormivano acciambellati tutti vicini, molto ordinati.
Mentre le femminucce rosse e grigie giravano per la stanza i gattini neri coprivano perfettamente tutta la superficie del pouff ed erano talmente vicini che da lontano non si distinguevano l'uno dall'altro, quando mi avvicinai Piccettino fu il primo a tirare su la testa ed io lo riconobbi immediatamente dagli enormi occhioni, ancora azzurri.
Arrivati a casa sapevo che avrei dovuto insegnargli tantissime cose ed ero consapevole del fatto che comunicare con un micio è un pochino più complicato che insegnare le cose ad un cane ma a piccoli passi abbiamo affrontato tutto, con la lettiera era bravissimo, scavava e ricopriva perfettamente, pappa e ciotola nessuna difficoltà, mangiava le mousse per cuccioli con molto gusto, composto e senza sporcarsi ma il tasto dolente, nel vero senso della parola, era il controllo del morso nel gioco.
Purtroppo la parte sull'inibizione del morso la mamma non aveva avuto il tempo di insegnarglielo e Piccettino mordeva come una piccola tigre, i morsi di gatto sono molto dolorosi e questo è uno dei motivi più comuni di abbandono di gatti, molte persone che adottano cuccioli troppo piccoli poi si trovano a convivere con un gatto che gioca in maniera troppo pesante, facendo agguati e mordendo a far male.
Voglio ricordare, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che i gatti non aggrediscono per far male, gli agguati e i morsi fanno parte del loro modo di giocare, il gatto gioca dando sfogo al suo predatorio, poco importa se si tratta di una caviglia, di una pallina o di un uccellino, il gatto si muoverà e agirà sempre nel medesimo modo con la sola differenza che se un gatto sa gestire il suo morso giocherà con il suo umano in maniera delicata, senza unghie e senza mai stringere troppo o lasciare segni dei denti sulla pelle, mentre se un gatto non ha avuto dalla sua mamma differenti istruzioni su come comportarsi durante la caccia e il gioco lui, poverino, userà sempre la stessa intensità come se la mano fosse una preda da uccidere ed i morsi dei gatti sono estremamente dolorosi.
Io con Piccettino avevo questo problema, quando giocavamo lui non riusciva a regolarsi, in piena stimolazione predatoria tirava fuori unghie e denti.
Quando si lavora con un gatto, che sia cucciolo o adulto, è importante sapere due cose fondamentali: mai sgridarlo, i gatti non si gridano mai qualsiasi cosa loro abbiano fatto, non serve a nulla, non capiscono e si rischia solo di essere bollati dal felino come persone maligne e seconda cosa, con i gatti come con tutti gli altri animali ma in particolar modo con i gatti, bisogna usare modi gentili.
Con Piccettino ho semplicemente usato la voce per fargli capire che mi faceva male, un verso di dolore ogni volta che mi mordeva e l'interruzione del gioco per pochi minuti, al compimento dei suoi quattro mesi aveva acquisito un'ottima padronanza delle unghie, le utilizzava sulla pallina o la piumina ma quando mi afferrava un braccio o una mano lo faceva solo con la zampa, anche con il morso era diventato bravo, aveva capito cosa si mordeva e cosa no ma fino a sei mesi ogni volta che era sotto stimolo aveva una specie di blackout e mordeva ferocemente, c'è voluta tanta costanza e tanta pazienza per portarlo a distinguere il morso anche in pieno predatorio, ma alla fine ci siamo riusciti.
Oggi Piccettino è un micio molto consapevole della sua forza, del suo potenziale, delle sue abilità e della potenza del suo morso, quando caccia piccoli insetti si scatena ed è spettacolare vederlo all'opera, ma quando gioca con me è di una delicatezza estrema, mi morde con forza solo quando ha qualcosa che non va ed è il suo modo per farmelo capire.
Anni fa in una sua scorribanda notturna in terrazzo si ferì un polpastrello e mi svegliò mordendomi, grazie a questo atteggiamento capii subito che aveva bisogno di aiuto, era il suo modo di comunicarmi un disagio.
Se non avessi insegnato a Piccettino il controllo del morso non avrei mai potuto portare a casa qualche anno dopo Zero, sarebbe stato troppo pericoloso, un gatto può fare molto male a un cane se vuole, sopratutto se il cane è cucciolo e Zero avrebbe potuto modificare il suo carattere negativamente se costretto a vivere con un gatto non equilibrato.
Conoscere i caratteri degli animali che si vogliono far convivere insieme è fondamentale per il benessere e la serenità della loro vita futura, Piccettino quando gioca con Zero dosa perfettamente la forza dei morsi ed è stupendo vederli giocare, sono molto scenici, Zero poi ritualizza tantissimo il gioco ma sempre con delicatezza e grande controllo dei movimenti.

                                                                                Anna Lorenza Berghella, Pet Designer