Zero e l'ansia da pappa

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Quando si porta a casa un cucciolo per quanto si sia preparati all'evento, per quanto si sappia cosa fare, c'è sempre qualcosa che ci può cogliere impreparati anche perché ogni esperienza è assolutamente unica nel suo genere.
Quando portai a casa Zero ero preparata a portarlo fuori mille volte al giorno e a pulire comunque altre mille volte dentro casa, ero pronta alla sua attività e ai riposini, alle notti movimentate e a tutte quelle attenzioni di cui un cucciolo ha bisogno nei suoi primi mesi di vita ma non mi sarei mai aspettata che Zero avesse una profonda ansia da cibo, dovuta al suo modo di alimentarsi in allevamento.
Ricordo ancora il primo pasto fatto a casa, io andai in cucina per preparare la ciotola e appena Zero sentì il rumore del cibo arrivò disperato, non affamato ma proprio disperato, si alzò su due zampe ed iniziò a pigolare e graffiarmi le gambe con una ostinazione incredibile.
Per calmarlo abbiamo dovuto lavorarci in due, Andrea preparava la ciotola ed io, accucciata accanto a Zero, lo premiavo con qualche boccone appena si metteva tranquillo, all'inizio si trattava di cogliere un secondo di calma, i tempi erano veramente strettissimi, era molto agitato.
Zero magiava come se avesse il terrore di rimanere senza cibo da un momento all'altro, vederlo così agitato metteva angoscia, dovevo aiutarlo, dovevo assolutamente trovare il modo di rasserenare il momento del pasto del mio cucciolo, anche per prevenire una serie di effetti collaterali poco piacevoli e potenzialmente pericolosi per la sua salute.
Oltre ad agitarsi in maniera esagerata prima del pasto e mangiare con l'ansia che il cibo gli fosse portato via in ogni momento, Zero purtroppo si fiondava su qualsiasi cosa trovasse fuori casa, aveva l'atteggiamento tipico del cane che per sfamarsi era arrivato suo malgrado anche alla coprofagia.
Questo atteggiamento è molto comune nei cuccioli che non hanno una gestione ottimale del cibo in allevamento, solitamente si riscontra quando la competizione viene istigata e non regolata, ovvero quando l'allevatore si presenta con una o due ciotole mangiatoia davanti ai cuccioli affamati e senza gestire la loro impazienza li lascia in balia di loro stessi, senza curarsi troppo di controllare che tutti abbiano mangiato la giusta razione e se qualcuno più ingordo o prepotente si appropri della razione di un altro, oltre alla sua.
Questo accade sopratutto negli allevamenti nei quali a un mese di vita si interrompe drasticamente l'allattamento da parte della mamma, senza che sia la mamma a "staccare" naturalmente i cuccioli.
Per avere uno sviluppo psico-fisico sano i cuccioli almeno fino ai due mesi dovrebbero si iniziare a mangiare da soli ma, sporadicamente, potrebbero essere ancora allattati dalla madre.
Staccare forzosamente le cucciolate troppo presto può creare una serie di problematiche nei cuccioli, dal vizio di ciucciare stoffe o peluches anche in età adulta al vivere in maniera ansiosa il momento del pasto.
Molte persone sono preoccupate perché il proprio cane mangia così tanto velocemente quasi da affogarsi, questo modo di mangiare è molto pericoloso perchè può facilitare la sindrome da torsione/dilatazione gastrica o condurre alla pericolosissima abitudine di ingerire qualiadi cosa si incontri per strada, dalle feci di altri animali a immondizia e in casi più gravi bocconi o esche avvelenate posizionate per altri animali.
Zero era vistosamente in crisi nel momento dei pasti e io mi sono dedicata a lui in tutto e per tutto per aiutarlo a trovare la sua serenità prima, durante e dopo il pasto.
Il modo migliore per affrontare la sua agitazione è stato quello di affrontarla con modi gentili, con la calma e tanta serenità, premiarlo con bocconi extra appena si metteva tranquillo è stata un'ottima soluzione per non farlo avventate sulla ciotola con la disperazione di chi aveva paura di restare senza cibo.
Altra cosa che ha aiutato a diminuire l'ansia è stata dividere ogni pasto in piccole porzioni che versavo nella ciotola appena ne terminava una, dopo aver versato i croccantini indietreggiavo, senza stargli addosso, volevo fargli capire che non era più in competizione con nessuno, che il cibo era tutto suo e nessuno glielo avrebbe mai portato via.
Inoltre, cosa fondamentale, avevo creato una routine di orari ben precisa, tre pasti al giorno sempre agli stessi orari.
Con questi semplici accorgimenti in poco meno di due settimane il suo atteggiamento nei confronti del cibo cambiò dal giorno alla notte, io preparavo la ciotola e lui rimaneva accanto a me, tranquillo, aspettando composto perchè sapeva che da lì a pochi istanti sarebbe arrivata la sua amata pappa ed iniziò anche a mangiare con più calma, alzando la testa dalla ciotola per masticare di tanto in tanto, finalmente dal panico passammo ad un sano entusiasmo per il cibo.
Il problema del mangiare qualunque cosa trovasse per strada l'ho risolto definitivamente un mese dopo, stavo attentissima a dove Zero mettesse il naso e portavo con me dei bocconi che gli proponevo sia nel prevenire, cioè appena vedevo che si metteva a cercare qualcosa da mangiare, sia quando metteva in bocca qualche schifezza che sputava su mia richiesta, inconsapevolmente iniziai in questo modo a fissagli il lascia.
Oggi Zero è un cane che non ha nessun attaccamento morboso al cibo, mangia con serenità, mi sta vicino mentre preparo la ciotola con tranquillità anche se da bravo Dobermann qualche "pigolio" e qualche "nasata" arriva puntuale.
Anche quando ha molta fame mangia senza ingozzarsi e per strada non raccoglie nulla, il lascia è diventato un comando perfetto ed io sono felicissima di averlo rasserenato in così poco tempo, però mi rendo conto che inconsciamente quello stato ansioso che ha vissuto nei suoi primi mesi di vita se lo porta ancora un pochino dentro e si manifesta ogni tanto sotto altre forme lievi come quella di ciucciare le coperte ed altre piccole sfumature che noto in lui.
Nonostante sia un cane equilibratissimo mi dispiace vedere in lui quell'ombra dovuta ad un trauma da gestione che poteva essergli sicuramente evitato.
                                              Anna Lorenza Berghella, Pet Designer