Come Piccettino e Zero hanno vinto le mie paure

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Il mio rapporto con gli animali non è sempre stato idilliaco, da piccolo ho vissuto alcune esperienze negative che mi hanno lasciato nei confronti dei gatti e dei cani molti timori.
Ricordo che alle elementari, dopo la scuola, andavo con altri compagni di classe a giocare a casa del mio amico Roberto, entravamo nel cortile da una porta sul retro del giardino, eravamo piccoli e incoscienti, poi correvamo lungo il buio garage sotterraneo per arrivare alla porta d'ingresso. Roberto viveva con un pastore tedesco di nome Caddy, purtroppo nessuno si era mai preso la briga di insegnarci come comportarsi in presenza di un cane, che non si deve mai correre o gridare, dunque anche se Caddy era buonissimo ogni volta che ci vedeva entrare di corsa istintivamente ci inseguiva e tentava di placcarci con il muso, solitamente l'ultimo della fila veniva preso dalla maglietta, Caddy non ha mai fatto male a nessuno ma essendo stato qualche volta anche io l'ultimo della fila ricordo che ero terrorizzato da quel gigantesco muso nero che mi afferrava.
Ricordo ancora la sensazione a distanza di anni, se solo avessi saputo da piccolo quello che so adesso sui cani mi sarei comportato in maniera completamente diversa e magari avrei risposto alla sua richiesta di gioco invece di scappare terrorizzato come facevo ogni volta, suscitando l'ilarità degli adulti presenti che invece di comprendere la situazione di drammatico disagio che mi ha segnato per anni stavano beatamente inerti a godersi la scena.
Negli anni questo ricordo mi ha sempre un po' intralciato nel rapporto con i cani, li vedevo e semplicemente cercavo di evitarli, complice anche il fatto che da adolescente nel tempo libero prendevo la bicicletta e andavo in giro per campagne dove ho fatto tanti incontri con cani non propriamente felici di vedermi sfrecciare fuori dalle loro ville, quante volte a cancelli aperti ho pedalato col diavolo in corpo braccato da cani ringhianti apparsi dal nulla.
Insomma sono cresciuto, non mi vergogno a dirlo, con il timore dei cani e con i gatti in quel periodo non andava molto meglio, sono cresciuto con un miciotto bianco e tabby, magro magro, all'epoca non c'era molta informazione ai gatti si dava il latte e gli avanzi di casa e ai più fortunati croccantini scadenti, Rumis compensava il fisico carente con una personalità istrionica e baldanzosa e quando rientravo in casa non si faceva mai scappare l'occasione di bullizzarmi con agguati degni di un marine professionista, saliva sullo schienale di una poltrona, si alzava sulle zampe posteriori e con quelle anteriori cercava di prendermi per fare la lotta ed io che ero più basso della poltrona scappavo impaurito ogni volta. 
Oggi so che quel tenero gesto che mi spaventava altro non era che un affetto smisurato di Rumis che mi aveva scelto come compagno di giochi, ho molti rimpianti per aver perso l'occasione di vivere un rapporto bello e profondo con lui ma all'epoca non c'era una coscienza diffusa delle esigenze degli animali come ora le conosciamo e al povero Rumis che cercava un'interazione con i suoi umani era più spesso riservato un colpo di scopa della nonna piuttosto che una carezza. 
E così sono arrivato fino all'età di vent'anni senza avvicinarmi più di tanto agli animali, fino a quando la vicina di casa proprietaria di una piccola Pinscher, Chicca, salvata da un precedente abbandono, disperata per dover traslocare in un posto dove non accettano animali (sì, ancora esistevano questi casi) mi chiede aiuto per trovare casa a Chicca. 
Quel tenero sguardo, complici le due macchiette marroni sugli occhi sul manto nero, mi fecero decidere di prenderla io stesso, era piena di paure, aveva avuto un passato traumatico che non aveva palesemente superato, soffriva pesantemente il mal di macchina.
Non ero assolutamente preparato, lo ammetto, ma con pazienza e tempo su alcune cose ho visto dei miglioramenti, si fidava di me anche se non sono riuscito a cancellarle completamente i traumi vissuti, ho cercato di farle vivere una vita serena e tranquilla e lei mi ha insegnato tanto sui cani, purtroppo internet era ancora un'invenzione troppo recente per essere d'aiuto e gli addestratori all'epoca costavano cari per le mie tasche.
Dalla sua scomparsa non ho più avuto animali fino a quando nella mia vita non sono arrivati Piccettino e Zero, grazie soprattutto alla guida sicura di Anna, la mia compagna, che mi ha fatto capire che la conoscenza è fondamentale, la mia vita con gli animali è svoltata drasticamente.
Piccettino mi ha insegnato a comunicare e a dialogare con lui, ho scoperto il fascino del mondo felino, quanto sia meraviglioso avere un gatto per amico e con Zero ho imparato a comportarmi con i cani, a capire il loro linguaggio, il modo di giocare. 
Vederlo crescere giorno per giorno e vivere un rapporto così intenso ed appagante ha spazzato via le mie paure di bambino e così, letteralmente da un giorno all'altro, mi sono trovato ad avvicinarmi ed accarezzare senza nessun timore un maestoso Pastore del Caucaso.

                                   Andrea Oscar Governatori, Pet Designer