Il gatto non è un animale sociale

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Oggi avrei dovuto pubblicare un articolo che raccontava momenti di convivenza tra Piccettino e Zero, ma ho ritenuto più importante approfondire un argomento poco conosciuto che è stato toccato più volte quando ho pubblicato l'articolo dal titolo "Isolamento sociale", ho notato che la frase "il cane al contrario del gatto è un animale sociale" ha scatenato in moltissimi amanti dei gatti qualche polemica, così mi sembra doveroso dare alcune spiegazioni sulla natura e sul comportamento del gatto e sull'abissale diversità che c'è con il cane.
Per prima cosa è importante distinguere il significato dei termini sociale e socievole, un animale è definito sociale quando tende ad aggregarsi con altri individui per aumentare le possibilità di sopravvivenza, il lupo è un animale che vive e cresce in un branco, con una gerarchia, con dei ruoli che possiamo paragonare ad una famiglia, il cane che discende dal lupo è un animale sociale perché vive allo stesso modo, ha delle gerarchie, le femmine hanno gli stessi comportamenti delle lupe, ad esempio le "gravidanze isteriche" sono un istinto che hanno ereditato dal lupo, nel branco quando la lupa ha i cuccioli tutte le altre femmine si fanno venire il latte per accudire i cuccioli. 
Mentre un animale socievole non è detto che sia sociale, ad esempio il criceto è un animale estremamente socievole con l'uomo se l'uomo instaura il giusto rapporto con lui, il criceto dal suo umano si farà coccolare molto volentieri ma se introducete un altro criceto nel suo spazio lotteranno fino ad uccidersi, perché il criceto come il gatto non è affatto un animale sociale non ricerca istintivamente altri esemplari della sua specie per garantirsi la sopravvivenza unendo energie e risorse, il criceto è un animale solitario e territoriale e aggiungerei anche burbero e guerrafondaio. 
Ma arriviamo a parlare del gatto, che è il re degli animali solitari e territoriali, il gatto vive esclusivamente per difendere il suo territorio e per cacciare, è l'unico animale che l'uomo non ha addomesticato completamente, cosa vuol dire questo, che nei secoli i gatti domestici più mansueti sono scesi a compromessi con l'uomo e cioè a differenza dei gatti selvatici puri che continuano ad essere felini estremamente solitari e territoriali al punto che se un solo gatto invade il loro territorio che in natura è circa di cinque chilometri quadrati sono pronti a cacciare l'invasore in ogni modo, a differenza dei criceti che sono molto aggressivi e arrivano immediatamente allo scontro con lotte furiose e spesso mortali, il gatto selvatico prima di arrivare alla lotta ci pensa un pochino perchè sa perfettamente che se si ferisce potrebbe non essere in grado di cacciare e di difendere il suo territorio, così inizia intimorendo l'invasore ma se non riesce in questo modo a mandarlo via allora arriva a lottare, il gatto domestico invece è arrivato a tollerare altri gatti nel territorio perché non deve competere per le risorse che ogni giorno vengono fornite dall'uomo. Questo però non vuol dire che i gatti nelle colonie feline o in appartamento siano animali sociali, anzi, sono animali che vivono contro natura, perché costretti a dividere con altri gatti spazi e risorse, lo fanno solo per la sopravvivenza ma non sono gatti felici, il loro istinto territoriale li porta comunque ad avere scontri quotidiani con gli altri gatti, perchè a differenza dei selvatici che comunque prima di arrivare alla lotta preferiscono scappare e cercare un nuovo territorio, i gatti confinati in luoghi dai quali non possono scappare sono costretti al confronto continuo.
Non sempre questo confronto viene colto dagli esseri umani, i più palesi con zuffe, soffiate, righiate e sputi si, perchè sono palesi, ma molti gatti si minacciano e comunicano con impercettibili movimenti corporei e con l'uso dei posizionamenti negli spazi.
La maggior parte delle persone non sa leggere il linguaggio dei gatti, o ne interpreta solo una piccola parte e non conoscendo il loro comportamento possono facilmente scambiare per armonia una ben più comune forma di sopportazione forzata, dovuta al fatto di essere costretti a dividere lo stesso territorio e le stesse risorse.
Il fatto di vedere questi gatti leccarsi, dormire insieme e giocare non significa che quei gatti siano improvvisamente diventati gatti sociali, sono semplicemente gatti più mansueti e remissivi che si tollerano ma non stanno vivendo secondo i loro veri istinti naturali.
Nelle colonie feline si può osservare come l'intervento dell'uomo che fornisce risorse fondamentali per la sopravvivenza in maniera abbondante attira un gran numero di felini che instaurano una sorta di mutua tolleranza in quanto non sono costretti a lottare fra loro per il cibo, nel momento in cui l'uomo però non fornisse più queste risorse i gatti si disperderebbero a dimostrazione che non si è formato un "branco" collaborativo, a differenza di un branco di cani che rimane comunque unito e compatto sia se l'uomo lo alimenta sia e sopratutto se deve provvedere al sostentamento da solo.
Nel cane si evidenziano chiaramente gerarchie e comportamenti ritualizzati volti a evitare le lotte letali, l'uomo deve interagire col cane tenendo ben presente questo fattore volgendolo a proprio vantaggio nella gestione dell'animale, cosa che non è possibile fare col gatto in questi termini perchè non ha sviluppato gerarchie stabili e comportamenti rituali con i suoi simili.
                                        Anna Lorenza Berghella, Pet Designer